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Il presidente Zaia ha firmato ieri il Decreto che dichiara lo stato di crisi idrica sul territorio regionale (vedi foto). Si tratta, a mio parere, di un provvedimento insufficiente a risolvere il problema dei laghi bellunesi a secco, perché “mette una pezza” ad una questione contingente quando le leggi che sovrintendono il bilancio idrico dei nostri laghi tengono conto ad esempio ancora della presenza della diga del Vajont. Si tratta quindi di un provvedimento di urgenza; altro è la richiesta che mi auguro tutti i sindaci presto sottoscriveranno, e che riguarda la revisione sostanziale del Piano di Tutela delle Acque, prevedendo finalmente l’inserimento dei livelli minimi sotto i quali non far scendere tutti i bacini montani, non solo quello del Centro Cadore. E’ finalmente ora che gli amministratori agiscano uniti nel chiedere una revisione fondamentale per il rilancio turistico del territorio.
Siamo consapevoli che la battaglia sarà dura, che sull’acqua ci sono tanti interessi e che noi bellunesi siamo pochi, ma si tratta di una questione vitale per la nostra terra. Il documento che produrremo come sindaci e che consegneremo ai nostri consiglieri regionali darà loro l’appoggio necessario per portare avanti una discussione ormai fondamentale e indifferibile.