Arriva la nuova IMU, una sonora fregatura per tutti. Vi spiego perché, come ho fatto nell'ultimo Consiglio Comunale. In merito sono più che disponibile ad illustrare questi argomenti a voi cittadini, anche per appuntamento o per telefono (348-6189238) o via mail (sindaco@comune.calalzo.bl.it). Ecco quindi cosa cambia rispetto al passato.
PER I CITTADINI. Il cittadino rispetto al 2011 pagherà mediamente un 88% in più. La reintroduzione dell'imposta sulla prima casa, infatti, seppur addolcita dalle detrazioni (200 euro per tutti, più 50 per ogni figlio a carico sotto i 26 anni), oltre alle nuove aliquote sulle seconde case, pertinenze varie e terreni agricoli che salgono dal 7 al 7.60 per mille, rappresentano un autentico salasso per le tasche della nostra gente. La rivalutazione delle rendite catastali del 160% poi sferrerà un autentico colpo di grazia. Non va dimenticato poi il fatto che fino all'anno scorso venivano esentati dall'ICI, non essendo di fatto considerate seconde case, quegli appartamenti che i genitori cedevano ai figli in comodato gratuito. Quest'anno invece l'aliquota IMU sarà uguale a quella sulla seconda casa, senza detrazioni!
PER I COMUNI. I Comuni però non introiteranno un euro in più dell'anno scorso: la legge prevede che si debba versare allo Stato il 3.8 per mille delle entrate derivanti dall'IMU su seconde case, negozi, magazzini, laboratori, terreni (quindi il 50% del riscosso), e che ogni eventuale maggior entrata debba comunque essere 'girata' allo Stato. I Comuni di fatto avranno unicamente il compito di esattori per conto terzi.
Ma proviamo a far chiarezza citando IL CASO DEL COMUNE DI CALALZO:
- Nel 2007 il comune introitava circa 530.000 euro tra ICI sulla prima casa e ICI al 7 per mille.
- Nel 2008, dopo l'abolizione da parte del Governo Berlusconi dell'imposta sulla prima casa, il Comune introitava direttamente dai cittadini l'ICI al 7 per mille (quella sulle seconde case, le attività commerciali, i terreni edificabili etc.) Inoltre lo Stato ci trasferiva, come compensazione dalle mancate riscossioni sulle prime case, un importo corrispondente. Di fatto il Comune ha continuato ad introitare la stessa somma e non ha subìto perdite di risorse, e i cittadini hanno avuto il beneficio di non vedersi più tassata la prima casa che avevano acquistato a forza di sacrifici.
Tutto bene fino a quest'anno insomma, quando la Manovra Monti reintroduce l'imposta sulla prima casa (accresciuta peraltro dall'aumento dei valori catastali) e porta l'aliquota sulla seconda casa, negozi e terreni fabbricabili dal 7 al 7.6 per mille senza aumentare l'entrata per i Comuni ma vessando pesantemente il cittadino (+88%).
Al Comune viene lasciata soltanto un'effimera possibilità di intervenire a favore del cittadino utilizzando risorse proprie, che ovviamente sarebbero sottratte ad altri servizi. Sempre che i Comuni abbiano margine di manovra e non siano già, caso frequente, con bilanci ridotti all'osso.