Ho apprezzato l’invito dei consiglieri regionali oggi a Belluno, perché l’incontro ha rappresentato una forma di democrazia partecipativa e di confronto sulla sopravvivenza dell’ente Provincia. Ma siccome la partecipazione all’incontro non significa per forza dover votare a favore, mi sono astenuto sull’ordine del giorno che salva la Provincia per questi motivi:
- In un momento difficile in cui chiediamo il dimagrimento dell’apparato statale e pubblico, serve mantenere solo gli Enti che erogano di fatto i servizi agli utenti. Difendo pertanto i Comuni, pur ragionando nell’ottica comprensoriale di unione dei servizi, perché metto al centro i cittadini. Mi chiedo cosa ne sappia la gente dei servizi che eroga la Provincia, o se piuttosto possa farne a meno destinando i fondi per la sua sopravvivenza al territorio.
- La mia astensione è stata di principio: se vogliamo ridurre una Res Publica elefantiaca, non dobbiamo aver paura di essere impopolari e dire che vanno eliminati quegli Enti che i cittadini non sentono utili e fondamentali.
- Non dobbiamo difendere un giardino o una carega, ma i servizi. Perciò difendo i Comuni, e lo farò anche dopo che, tra 2 anni, avrò rimesso il mandato nelle mani dei cittadini con la possibilità di essere spedito a casa.
- Nel momento in cui a Calalzo tagliano 143.000 euro di trasferimenti statali, non voglio che questi fondi siano usati per salvare Istituzioni di cui non so che servizi erogano e che sono solo costi. La priorità per me sono i cittadini di Calalzo, non Enti le cui risorse sottratte al territorio vengono spese per pagare il funzionamento del palazzo.