“Se l’acqua è un bene comune, è giusto che ne traggano beneficio tutti, anche la montagna che oggi, troppo spesso, ne è esclusa. Pianura e montagna devono programmare insieme una regolamentazione del patrimonio idrico che tuteli le esigenze di tutti”.
Il sindaco di Calalzo di Cadore Luca De Carlo non ha dubbi sulla necessità di gettare le basi di una grande alleanza tra montagna e pianura per beneficiare insieme del bene acqua. E’ sua l’iniziativa di promuovere un progetto di legge per un nuovo piano di gestione dei prelievi idrici dai laghi montani.
L’ idea, che è stata presentata ai sindaci dei Comuni che compongono la Comunità montana di Centro Cadore, ha già riscosso ampi consensi. A cominciare da quello della Comunità montana Pierluigi Svaluto: “Intervenire è indispensabile e urgente. E la via legislativa è quella più coinvolgente ed efficace”.
“Alla luce del nuovo Statuto veneto – sottolinea De Carlo – per iniziare l’iter di un progetto di legge regionale serve che l’iniziativa sia intrapresa da 10 Comuni. In Comunità montana di Centro Cadore siamo in 9. Ma sono convinto che aderiranno molti altri sindaci. Perché lo scopo è quello della tutela e della promozione del nostro territorio”.
Sulla medesima lunghezza d’onda il sindaco di Lozzo di Cadore Mario Manfreda: “Garantire il livello minimo di invaso dei laghi presenti sul territorio montano è un problema che si aggrava ogni anno nel corso della stagione estiva o quando le precipitazioni sono scarse com’è accaduto lo scorso mese di marzo. La crisi che viviamo in montagna coincide con la specifica necessità di acqua destinata alle colture agricole della pianura che – ci rendiamo conto – è un problema importante ma che non può essere risolto danneggiando la montagna”.E qui i sindaci del Cadore concordano sulla necessità di confrontarsi con le istituzioni della pianura in merito ad una strategia che salvaguardi contemporaneamente il livello minimo dei laghi della Provincia di Belluno e che preveda la realizzazione, in pianura, di un sistema di casse per “immagazzinare” acqua destinata all’irrigazione. Solo così la pianura eviterebbe la dipendenza idrica dalla montagna.
“Siamo convinti che il livello dell’acqua nei nostri laghi non debba scendere sotto i due terzi del massimo invaso. – sostiene il sindaco di Calalzo Luca De Carlo – Per questo motivo il progetto di legge stabilirà le regole per garantire il Deflusso Minimo Vitale nei corsi d’acqua bellunesi durante tutto l’anno. E questo imporrà la revisione del Piano regionale delle acque”.
C’è una motivazione precisa per cui la proposta di una nuova legge riguardante i livelli minimi dei laghi parte dal Cadore. E’ la convinzione, condivisa da tutti i sindaci della Comunità montana di Centro Cadore, che dopo il crollo della produzione industriale dell’occhiale, il loro territorio deve recuperare l’antica vocazione turistica. E per farlo deve poter valorizzare tutte le sue ricchezze naturali a cominciare proprio dall’acqua dei suoi laghi.