I cittadini di Calalzo pagano l’Imu con una percentuale altissima: il 92% di loro infatti ha correttamente versato la prima rata, che scadeva lo scorso 18 giugno. A renderlo noto per la prima volta è il sindaco Luca De Carlo, che dati alla mano traccia un quadro complessivo sul comportamento dei calaltini di fronte alla nuova imposta decisa dal Governo.
“Su 1.850 versamenti totali – spiega – gli inadempienti sono stati solo 162. La propensione al pagamento della tassa, quindi, è del 92%, pur in un momento di difficoltà come il presente. La quota parte comunale, nel totale dell’Imu da incassare che ammonta a 415.871 euro, è di 227.365 euro (54,7% del potenziale riscosso), dei quali 39.094 da prima casa. La media per cittadino ammonta a 185 euro. Nel 2008, prima dell’eliminazione ad opera del governo Berlusconi, l’ammontare sulla prima casa era di 135.000 euro. Dati così elevati di pagamento derivano anche da una gestione interna delle riscossioni, che avvicinano il Comune al cittadino senza utilizzare Equitalia con i suoi metodi. In questo modo non solo ci garantiamo un rapporto diverso con la gente e quindi pagamenti più puntuali, ma risparmiamo anche i costi di affidamento del servizio alla società, che non erano pochi per un comune di 2.200 abitanti”.
Sulle ragioni che hanno indotto i cittadini a pagare puntualmente la prima rata dell’imposta, De Carlo ha le idee chiare: “Si tratta sicuramente di un fortissimo senso civico della ma popolazione, ma credo anche che l’amministrazione comunale da parte sua abbia scelto per precisa volontà di tenere le aliquote alla soglia minima consentita, cioè il 4 per mille sulle prime case e il 7,6 sulle seconde. Questo, unendosi allo sgravio statale di 200 euro a famiglia per l’abitazione principale più 50 euro per ogni figlio minore di 26 anni, ci ha permesso di non pesare più di quanto imposto dal Governo su cittadini e commercianti che già stanno affrontando il periodo di crisi, nonché di far pagare loro la metà di quanto corrispondevano nel 2008 con la precedente Ici”.“Mi sono dichiarato contrario a questa nuova imposta, così come concepita da Monti, fin dal primo momento, scrivendo anche al presidente del Consiglio in merito – conclude il sindaco -. Sono ancora convinto che assegnare ai sindaci il ruolo di esattori per conto terzi, per costringerli a chiedere l’Imu ai cittadini e poi vedersela sottrarre a metà da Roma, sia del tutto contrario a quel federalismo di cui avremmo bisogno per vedere riconosciuto alla periferia il diritto di amministrare le proprie risorse”.