“Nel
giorno della Liberazione, oltre alla tradizionale cerimonia delle 10.30
alla chiesetta degli Alpini, ricorderemo i nostri militari che liberi
non sono a causa di uno Stato che li ha abbandonati nell’incertezza del
giudizio del Kerala. E vogliamo farlo con chi fin dall’inizio ne ha
seguito la vicenda, per aiutarci a capire quanto accaduto e cosa
rischiano i Marò prigionieri in India”. Il sindaco di Calalzo Luca De Carlo annuncia
che giovedì 25 aprile alle 20.30 Fausto Biloslavo (inviato di guerra
per “Il Giornale”) presenterà nella sala Norma Cossetto del municipio un
dettagliato libro sulla vicenda di Salvatore Girone e Massimilano
Latorre, dal titolo “I nostri Marò, 2012-2013 Odissea in India”, scritto
a quattro mani con il giornalista Riccardo Pellicetti e con prefazione
di Toni Capuozzo.
Un
anno di peripezie diplomatiche, battaglie giudiziarie e retroscena,
culminati nella decisione italiana di trattenere i due militari in
Italia dopo il permesso accordatogli dallo Stato del Kerala di rientrare
in patria per il voto, decisione poi rigettata col ritorno a New Delhi
il 23 marzo.
“Si tratta – spiega De Carlo – di un libro ricco di spunti,
con video e foto mai viste, documenti inediti e interviste audio
specifiche, come una al direttore macchine della Enrica Lexie, Mario
Massimino, che giura di aver visto sparare in acqua dalla sua
petroliera. E ancora, le testimonianze degli altri quattro fucilieri del
nucleo di protezione antipirateria, compagni di Latorre e Girone,
militari di cui si parla poco ma che hanno visto un pezzo del loro
equipaggio portato via senza poter fare nulla, e che per 77 giorni sono
dovuti rimanere nel porto di Kochi con la nave sequestrata. Nel libro
non si arriva a stabilire se i due militari siano colpevoli o innocenti,
ma si sottolinea quanto affrettatamente sia stata gestita la vicenda,
con errori e sgarbi diplomatici che hanno portato al mancato rispetto
della parola data con il mancato rientro in India”.
Il
sindaco De Carlo non entra nel merito dell’opportunità o meno di
inviare i soldati all’estero, ma aggiunge che “se li inviamo, un Paese
civile ha il preciso dovere di difendere i propri militari, pensando
anche ai nostri Alpini del Settimo in Afghanistan. Con uno Stato che
invece sta abbandonando i Marò, noi dobbiamo ricordarli attraverso le
parole di chi dall’inizio ne ha seguito la vicenda. Mi auguro che chi il
25 aprile indosserà nelle piazze il tricolore al collo, la sera non
manchi ad un evento proprio dedicato a chi quella bandiera la porta
sulla divisa rischiando la vita per essa”.