Nel sancire questo principio, Calalzo anticipa non solo la Regione ma anche gli altri 580 municipi del Veneto, ribadendo la possibilità, pur nell’uguaglianza dei diritti fondamentali come tra gli altri la sanità e l’istruzione, di adoperarsi in maniera particolare nell’erogazione di benefici verso chi risiede da più tempo in paese e negli anni ha lavorato per farlo crescere e pur nelle difficoltà della vita in montagna. “Penso sia ora – spiega De Carlo - che anche gli Enti locali autodeterminino le proprie priorità sia finanziarie che identitarie. Il nostro auspicio ora è che il Consiglio regionale approvi presto la carta statutaria mantenendo il più possibile invariata la bozza della maggioranza, che peraltro garantisce al Bellunese particolari forme di autogoverno. Di queste ‘approfitteremo’, non appena avremo la garanzia di una legislazione superiore, nell’assegnazione fondata e motivata ai calaltini di benefit e agevolazioni. D’altra parte, in periodi di contingenza economica come questo abbiamo il dovere di compiere delle valutazioni, che non possono prescindere da un dato di fatto semplicissimo: tutti i diritti e le prestazioni costano, e sarebbe assurdo per incapacità di compiere delle scelte se distribuissimo sussidi a tutti non aiutando di fatto nessuno. Noi ci siamo adeguati, ribadendo nei principi generali del nostro Statuto questo punto semplicissimo, a vantaggio dei calaltini e di coloro che pur non essendo nati qua, promuovono lo sviluppo del paese mantenendolo in vita”.
Attualmente il Comune di Calalzo, primo Ente ad “adottare” questo principio nel proprio Statuto, non teme ricorsi di alcun tipo: “Noi ci siamo trovati concordi nella volontà di sancire principi generali e fondamentali, per la cui applicabilità attendiamo la legislazione ‘superiore’, cioè quella regionale. Nello stabilire le precedenze nell’erogazione di beni e servizi, poi, obbediremo di volta in volta a giustificati motivi e valuteremo se avremo risorse per tutti o se restringere il campo a determinate fasce di popolazione”.
Infine, De Carlo richiama anche quanto espresso dal cardinale Scola qualche giorno fa: “Al di là di diritti universalmente riconosciuti, un amministratore è chiamato ad assumersi la responsabilità di giudicare di volta in volta le necessarie priorità. Penso che l’aver riformato per primi il nostro vecchio Statuto, chiaramente in tempistiche più agili di quelle permesse dal regolamento consiliare regionale, ci ponga in una condizione di vantaggio quando la Carta Veneta entrerà finalmente in vigore. Del resto i miei cittadini e le popolazioni di montagna non possono attendere oltre, hanno bisogno di segnali decisi dalla politica, segnali che l’amministrazione di Calalzo intende dare anche sancendo principi forti come quelli contenuti nel nuovo Statuto”.

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