La pianta cui si tagliano le fronde in eccesso appare e cresce più forte, la linfa non si disperde ma dà vigore al fusto e ai rami. Se si intaccano le radici, però, essa rischia di cadere e quindi di morire. Una metafora che può ben rappresentare il senso della presenza mia e di alcuni altri primi cittadini del Bellunese a Milano, alla manifestazione nazionale dell’ANCI prevista per lunedì 29 agosto come protesta per una manovra che rappresenta, per i piccoli peculiari delle zone montane, un colpo di grazia definitivo dopo i ripetuti tagli di fondi indispensabili a garantire servizi ai cittadini e a contrastare lo spopolamento delle terre alte.
Il municipio che rappresento non è coinvolto da proposte di accorpamento o soppressione, e credo giustissimo imporre anche per legge l’unione dei servizi per risparmiare risorse e convogliarle nella giusta direzione evitando sprechi e doppioni. Come sindaco, ho scelto anche per questo di andare a Milano assieme all’ANCI.
Partecipo perché con un articolo di Finanziaria non si cancellino i municipi, primo presidio per il cittadino, nati in Italia ben prima delle Province e delle Regioni, cuore pulsante ed embrionale dello Stato che siamo. Non deriverà alcun beneficio dalla loro soppressione, anzi.
Partecipo per chiedere che una riforma degli Enti locali non scaturisca da un colpo di demagogia ferragostana, ma sia inserita organicamente nella Carta delle Autonomie, sulla quale noi per primi siamo disposti a ragionare a patto che si pongano al centro il cittadino e i servizi.
Partecipo per contrastare una manovra che colpisce l’anello debole, la radice della pianta della politica, e non le sue fronde su cui risiedono i veri privilegi (il numero dei parlamentari e i loro vitalizi, i pranzi a 2 euro in Senato, i Cda delle partecipate, i ‘parcheggi’ per governanti a fine corsa…). E finchè non saranno questi privilegi ad essere tagliati, la politica non sarà credibile.
Partecipo perché i sindaci non possono restare esclusi o, peggio, indifferenti ad una riforma che cancella il fortissimo mandato popolare di cui sono investiti.
Partecipo infine perché i Consigli comunali, che la riforma vuol sopprimere ed umilia, non rappresentano lo spreco della politica ma sono già volontariato, non certo quantificato o ripagato da un gettone di presenza di 15 euro lordi.
Una riforma che riorganizzi le Autonomie locali è doverosa, oggi, ma questo soltanto in funzione del miglioramento dei servizi e solo dopo l’eliminazione di privilegi assurdi che imperano in questo Stato. Perchè l’attuale manovra non sarà digeribile da nessuno finchè non si taglierà dall’alto, dove vengono elargiti inauditi benefici, invece di privare i cittadini dei loro irrinunciabili presìdi sul territorio.
Luca De Carlo
Sindaco di Calalzo
Ecco il servizio andato in onda venerdì 26 agosto su Antenna3 Belluno: