venerdì 27 luglio 2012

PROVINCIA: SE SOTTRAE RISORSE AL TERRITORIO, HA SENSO CHE SOPRAVVIVA?

“Non è pensabile che fondi ‘federalisti’ destinati al territorio vengano usati per la sopravvivenza forzosa di un Ente che, se deve sottrarre ai Comuni risorse preziose, a questo punto non so quanto abbia ragione di esistere ancora”. Il sindaco di Calalzo Luca de Carlo assieme ad alcuni colleghi del Cadore ha avuto un colloquio con il commissario Vittorio Capocelli, reggente l’Ente Provincia, per discutere le prospettive dell’alto bellunese per quanto riguarda turismo e ambiente.
“Mentre si discute sul futuro assetto delle province – dichiara De Carlo - passano sotto traccia questioni fondamentali per i territori periferici: ad esempio la sottrazione di risorse per i dissesti idrogeologici metterà in seria difficoltà le comunità locali, che si troveranno con le competenze senza gli adeguati strumenti per farvi fronte. Il contrario esatto del federalismo. La questione dei canoni idrici ad esempio è cruciale: si tratta di circa 1.000.000 di euro che di fatto arrivavano ai Comuni attraverso le Comunità montane, cioè dai 20.000 ai 35.000 euro per municipio destinati allo sfalcio e alla manutenzione del territorio. Da parte nostra, abbiamo lavorato come CM Centro Cadore per incrementare queste risorse aderendo al bando regionale per l’utilizzo di disoccupati senza ammortizzatori sociali. Ora però la questione dev’essere chiara: se questi soldi non ci saranno più, perché la Provincia se li trattiene per far funzionare un Ente ormai svuotato da ogni senso, il territorio deve saperlo adesso, subito, per avvisare la gente della probabile assenza di servizio e valutare di operare diversamente, con le forze dei Comuni e dei volontari, se si riuscirà”.
“Sempre dal punto di vista dell’Ambiente – prosegue De Carlo – ho chiesto al dottor Capocelli che fine farà la graduatoria già stilata del Bando per la valorizzazione del fiume Piave, fondi demaniali per  1.200.000 euro che costituirebbero un volano per il territorio e un indotto per le nostre imprese in difficoltà. Nemmeno di questi finanziamenti, già stanziati, abbiamo mai visto l’ombra. Dovremo rinunciare anche a quelli? Chi li userà e come?”.
“Idem per il turismo, la cui promozione spetterebbe alla Provincia dice ancora il sindaco di Calalzo -. L’Ente dovrebbe ad esempio tenere aperti gli Iat, ma con che fondi opererà? Sarà assicurato questo servizio anche per il prossimo anno o dovremo rinunciare o adeguarci diversamente? Dobbiamo saperlo per tempo, soprattutto considerando che in un momento di crisi è assolutamente necessario darsi una vocazione turistica per poter mantenere viva l’area dolomitica bellunese, meravigliosa dal punto di vista naturale ma bisognosa di promozione e sviluppo dell’ospitalità”.
“E’ ora di essere chiari – conclude De Carlo –. Comprendo le difficoltà del dottor Capocelli, costretto a una gestione senza fondi, ma la mia prima preoccupazione sono i nostri cittadini. A me le parole interessano poco, così come i tavoli, le riunioni, gli incontri istituzionali, che perdono significato se non sono supportati da risorse disponibili. Se quelle destinate al territorio devono mantenere in vita l’Ente Provincia coprendone le spese correnti, ci chiediamo se la sua sopravvivenza sia benefica o meno per le terre alte bellunesi. Un ragionamento, purtroppo, che ci troviamo a dover fare, per non trovarci sprovveduti e nell’impossibilità di garantire ai cittadini servizi fondamentali cedendone i finanziamenti alla burocrazia della Provincia”.