mercoledì 11 luglio 2012

ANCHE GIULIO CESARE PARLAVA DI TRIBUTI... LEGGETE!

Ecco cosa scriveva Giulio Cesare nel De Bello Civili (libro III). 
“INTANTO SI RISCUOTEVANO IN TUTTA LA PROVINCIA, CON ESTREMO RIGORE, LE IMPOSTE STABILITE. SI ESCOGITAVANO INOLTRE ESPEDIENTI DI OGNI GENERE PER SODDISFARE L’AVIDITA’. SI IMPONEVANO TRIBUTI INDIVIDUALI SU OGNI SCHIAVO O UOMO LIBERO; SI ORDINAVANO IMPOSTE SU COLONNE, PORTE, FRUMENTO, SOLDATI, ARMI, REMATORI, MACCHINE DA GUERRA, TRASPORTI; BASTAVA CHE PER UNA COSA SI RIUSCISSE A TROVARE UN NOME, E QUESTO DIVENTAVA MOTIVO SUFFICIENTE PER CARICARVI UN’IMPOSTA.
VI ERANO ESATTORI UFFICIALI NON SOLO NELLE CITTA’, MA QUASI IN OGNI VILLAGGIO E IN CIASCUN CASALE. CHI DI QUESTI SI COMPORTAVA CON MAGGIOR RIGORE E CRUDELTA’, VENIVA CONSIDERATO IL MIGLIORE DEGLI UOMINI E DEI CITTADINI.
LA PROVINCIA PULLULAVA DI LITTORI E FUNZIONARI, DAPPERTUTTO VI ERANO PREFETTI ED ESATTORI, CHE OLTRE ALL’ESAZIONE DELLE PUBBLICHE IMPOSTE BADAVANO ANCHE AL PROPRIO INTERESSE PRIVATO; ANDAVANO INFATTI DICENDO CHE, SCACCIATI DALLA CASA E DALLA PATRIA, MANCAVANO FIN DELLO STRETTO NECESSARIO, PER MASCHERARE CON UN’ONESTA SCUSA UN COMPORTAMENTRO VERGOGNOSISSIMO.
A QUESTO SI AGGIUNGEVANO GLI ELEVATISSIMI TASSI DI INTERESSE, COME ACCADE DI SOLITO IN TEMPO DI GUERRA, QUANDO SI ESIGONO DA TUTTI DELLE IMPOSTE; IN QUESTE CIRCOSTANZE, LA PROROGA DI UN GIORNO ERA CONSIDERATA GIA’ UN REGALO. IN QUESTO MODO, SI MOLTIPLICARONO I DEBITI DELLA PROVINCIA. CIO’ NON IMPEDIVA CHE LE SOMME IMPOSTE AI CITTADINI ROMANI DELLA PROVINCIA FOSSERO PIU’ FORTI, MA VENIVANO TASSATE UNA PER UNA LE SINGOLE COMUNITA’ E LE CITTA’, E ANDAVANO DICENDO CHE SI TRATTAVA DI UN PRESTITO FORZOSO STABILITO DA UN SENATOCONSULTO. AI PUBBLICANI, POICHE’ AVEVANO ACCUMULATO DEI CAPITALI, IMPOSERO DI VERSARE, A TITOLO DI PRESTITO, I TRIBUTI DELL’ANNO SUCCESSIVO”.