mercoledì 1 febbraio 2012

SCRIVO A MONTI: "DA NOI NESSUN FORCONE, MA NEI SACRIFICI DA IMPORRE CI SIA DIFFERENZA TRA CHI BEN AMMINISTRA E CHI SPERPERA"


Il Governo impone la Tesoreria Unica, facendo saltare accordi e sponsorizzazioni della banca locale affidataria del servizio per il Comune di Calalzo, e blocca i mutui anche per gli enti finora virtuosi e non indebitati. Di fronte a queste due ennesime penalizzazioni che colpiscono duramente i suoi cittadini, il sindaco Luca De Carlo ha preso carta e penna ed ha scritto al presidente del Consiglio Mario Monti, mettendo in copia della missiva diretta a Roma anche il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, il governatore Luca Zaia, e i quattro deputati e senatori bellunesi Paniz, Gidoni, Vaccari e Fistarol.  “Nessuna lagna – specifica da subito De Carlo – perché nessuno dei miei 2.250 cittadini imbraccia forconi, blocca le strade, scende in piazza, ma tutti noi cerchiamo di adattarci e tornare a produrre come fanno da sempre le genti venete, amministrando senza riflettere ulteriormente sui cittadini una crisi pesantissima che da anni spopola le nostre montagne”. “Purtroppo le ultime “novità” del Governo per gli Enti locali coinvolgono pesantemente anche il mio Comune – ha scritto il sindaco di Calalzo a Monti -. Mi riferisco in particolare all’impossibilità anche per i municipi “virtuosi” di contrarre mutui: per quanto riguarda Calalzo, in questi 2 anni e mezzo di amministrazione non siamo mai ricorsi a prestiti, rispettando abbondantemente i parametri della Finanziaria 2010 che prevedeva per il 2011 un rapporto tra mutui ed entrate correnti del 12%, per il 2012 del 10% e per il 2013 dell’8% (il mio Comune è al 5,9% rispetto ai primi tre Titoli delle entrate correnti!). Oggi invece, con la Legge 183/2011, i parametri vengono drasticamente ridotti, di fatto proibendo il ricorso a qualsiasi entità di prestito alla stragrande maggioranza dei Comuni, anche a quelli più virtuosi come il nostro, con gravissime implicazioni per le piccole imprese edili già in crisi”. 
Penalizzazioni per Calalzo scaturiranno anche dal passaggio obbligato alla Tesoreria Unica per tutti gli Enti locali: “Calalzo ha appena assegnato il servizio di Tesoreria comunale a un Istituto di credito, che si è impegnato a dotare la piazza del paese di uno sportello bancomat, ad offrire una sponsorizzazione di 5.000 euro per i servizi comunali e di sostenere il Bonus bebè per le giovani coppie. E questo per un residente nelle terre alte rappresenta uno degli incentivi per non trasferirsi a valle”.
De Carlo nella sua missiva cita quanto fatto dalla sua Amministrazione per tagliare le spese e ottimizzare i benefici ai cittadini: “Stiamo lavorando (anche come Comunità montana!) all’unione dei servizi, molti dei quali sono già associati tra Comuni vicini. Abbiamo fatto appello al volontariato, ai giovani, alla nostra coscienza di buoni amministratori; abbiamo eliminato doppioni anche a costo di sacrifici come quello, mesi fa, di chiudere definitivamente la casa di riposo trasferendo gli anziani ospiti in quella del paese limitrofo. Abbiamo diminuito la spesa del personale da 637.000 a 535.000 euro, utilizzando lavoratori socialmente utili e progetti regionali. Abbiamo internalizzato la riscossione dei crediti (prima affidata ad Equitalia), risparmiando 12.000 euro ed avvicinando il servizio ai cittadini. Abbiamo mantenuto tra le più basse d'Italia le rette a carico dei residenti (62 euro al mese per la scuola materna!), tenendo inalterata l’ICI e la tariffa rifiuti a fronte di una IMU che oggi dovrà purtroppo essere corrisposta anche dai genitori che cederanno gratuitamente un appartamento ai figli”. De Carlo conclude facendo appello all’equità: “Chiediamo equità nel dividere gli attuali e necessari sacrifici tra chi come noi è sempre stato virtuoso, senza lamentele né forconi, e chi dall’altra parte ha sperperato e mal amministrato. Chiediamo equità nell’attribuire criteri premiali agli Enti locali in base alla loro virtuosità rispetto a parametri europei: sono certo che in questa categoria molti dei nostri Comuni rientrerebbero appieno. Perché, caro Presidente, chi opera secondo equità non correrà mai pericolo di vergognarsi a gabellare cittadini come noi, che già vivono fortemente il dramma dello spopolamento delle nostre amate Dolomiti”.
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