mercoledì 9 febbraio 2011

FOIBE, SCRIVIAMO A NAPOLITANO PER FAR TOGLIERE ONORIFICENZE E TOPONIMI INNEGGIANTI A TITO


Una lettera al Capo dello Stato Giorgio Napolitano ed uno striscione sulla facciata esterna del municipio, per chiedere al Presidente la rimozione immediata di tutti i toponimi che in Italia inneggiano al maresciallo Tito (almeno undici!) e ai responsabili delle tragedie delle Foibe, molti dei quali peraltro insigniti di onorificenze e cavalierati della Repubblica. L’amministrazione calaltina, per mano del sindaco Luca De Carlo e dell’assessore Antonio Da Col, dà vita ad un’iniziativa forte in occasione della Giornata del Ricordo per le vittime delle foibe, che ricorre ogni anno il 10 febbraio. All’esterno del municipio, come gesto simbolico di vicinanza alle famiglie degli infoibati, verrà appeso uno striscione col fondo tricolore e due fotografie in bianco e nero, con la frase “Ricordiamo i nostri fratelli italiani esuli e martiri”.
“Non vogliamo che la Giornata del Ricordo resti solo una data sul calendario, e che gli infoibati continuino ad essere vittime dimenticate – spiegano i due amministratori –. Per questo, apprendendo proprio in questi giorni che il Maresciallo Tito e i suoi ‘colonnelli’ Ribicic e Rustja sono a tutt’oggi insigniti di onorificenze al merito della Repubblica conferite loro negli anni passati dagli allora Capi di Stato, abbiamo deciso di scrivere a Napolitano affinché sia lui finalmente ad assumere una decisione fondamentale per sanare una ferita ancora viva nel popolo italiano”.
I due amministratori si riferiscono alle vicende, da poco riportate alla memoria in tutta la loro drammaticità, degli istriani e dalmati cacciati dalle loro terre e perseguitati dai Titini, che ne gettarono migliaia nelle foibe dell' Istria e del Carso. “Rifacendoci ai valori imprescindibili della Costituzione per le nuove generazioni – scrivono De Carlo e Da Col a Napolitano -, noi giovani amministratori siamo impegnati ad edificare una società migliore che non prescinda dalle nostre radici storiche. Apprendiamo infatti della protesta dei rappresentanti dei familiari degli info ibati, per le onorificenze conferite negli anni dal Quirinale a chi si è macchiato di quei disgustosi crimini di guerra. Presidente, se la politica, soprattutto nell’anno in cui celebriamo l’Unità d’Italia, deve essere capace di una memoria acettata e non di parte, e se i morti a causa di ogni ideologia richiedono di ricomporre la frattura che per decenni li ha dimenticati, credo sia giusto riconoscere nella maniera corretta il ruolo che figure come quella di Tito hanno avuto per il nostro Paese. Siamo convinti che chi ha calpestato, annientato e per ragioni ideologiche volutamente perseguitato i nostri fratelli, non possa e non debba ricevere riconoscimenti. Sarebbe un segnale fondamentale per ricomporre le tragedie della storia, se Lei decidesse di accogliere il comune sentire delle nostre genti, ritirando le onorificenze a Tito (oltre che ai suoi colonnelli Ribicic e Rustja) e contestualmente disponendo la rimozione in tutto il Paese dei toponimi ad essi intitolati”. Oggi le strade intitolate al Maresciallo Tito sono almeno undici in Italia (nessuna nel Nordest): ad Aci Sant’Antonio (Catania), Campegine (Reggio Emilia), Nuoro, Palma di Montechiaro (Agrigento), Parete (Caserta), Parma, Quattro Castella (Reggio Emilia), Reggio Emilia, Scampitella (Avellino), Ussana (Cagliari), Verzino (Crotone), mentre a Cornaredo (Milano) è stata eliminata nel 2005.
“Presidente – concludono De Carlo e Da Col -, nell’anno delle celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia, sarebbe un atto che finalmente contribuirebbe a sanare in parte la ferita del confine orientale, rendendo il giusto tributo alle migliaia di vittime sulla cui memoria ancora oggi non si è fatta piena giustizia. Ci permettiamo di chiederLe questo gesto da giovani amministratori, fiduciosi del fatto che l’Unità del Paese sarà davvero compiuta quando finalmente non si parlerà più di storia condivisa ma di storia accettata”. (Per leggere gli articoli, cliccare sulle immagini che si visualizzeranno in formato originale e stampabile)
Ecco il lancio ANSA di ieri alle 14.30:
FOIBE: CALALZO A NAPOLITANO,VIA DA ITALIA I TOPONIMI DI TITO
(ANSA) - CALALZO (BELLUNO), 8 FEB - Una lettera al Capo dello Stato Giorgio Napolitano ed uno striscione sulla facciata esterna del municipio, per chiedere al Presidente la rimozione immediata di tutti i toponimi che in Italia inneggiano al maresciallo Tito e ai responsabili delle tragedie delle Foibe, molti dei quali peraltro insigniti di onorificenze e cavalierati della Repubblica. L'amministrazione calaltina, per mano del sindaco Luca De Carlo e dell'assessore Antonio Da Col, dà vita ad un'iniziativa forte in occasione della Giornata del Ricordo per le vittime delle foibe, che ricorre ogni anno il 10 febbraio. All'esterno del municipio, come gesto simbolico di vicinanza alle famiglie degli infoibati, verrà appeso uno striscione col fondo tricolore e due fotografie in bianco e nero, con la frase "Ricordiamo i nostri fratelli italiani esuli e martiri". "Non vogliamo che la Giornata del Ricordo resti solo una data sul calendario, e che gli infoibati continuino ad essere vittime dimenticate - spiegano i due amministratori - Per questo, apprendendo proprio in questi giorni che il Maresciallo Tito e i suoi `colonnellì Ribicic e Rustja sono a tutt'oggi insigniti di onorificenze al merito della Repubblica conferite loro negli anni passati dagli allora Capi di Stato, abbiamo deciso di scrivere a Napolitano". Oggi le strade intitolate al Maresciallo Tito sono almeno undici in Italia (nessuna nel Nordest): ad Aci Sant'Antonio (Catania), Campegine (Reggio Emilia), Nuoro, Palma di Montechiaro (Agrigento), Parete (Caserta), Parma, Quattro Castella (Reggio Emilia), Reggio Emilia, Scampitella (Avellino), Ussana (Cagliari), Verzino (Crotone), mentre a Cornaredo (Milano) è stata eliminata nel 2005. (ANSA).