No alla tassa di soggiorno, che andrebbe a penalizzare le presenze turistiche, e via libera invece a contributi su singoli servizi di cui fruiscono i “visitatori mordi e fuggi”. E’ la posizione che il sindaco di Calalzo Luca De Carlo ribadisce oggi, dopo aver ricevuto dall’Ascom bellunese una lettera che chiude la porta ad ogni possibilità di tassa di soggiorno introdotta come possibilità per gli Enti locali dal nuovo decreto sul federalismo municipale. “Questo tipo di gabella – dichiara De Carlo – penalizza chi occupa i nostri alberghi e porta ricchezza al nostro territorio, ma anche gli operatori della ricettività che purtroppo subiscono la concorrenza delle vicine aree a Statuto Speciale nelle quali gli albergatori godono invece di contributi pubblici in abbondanza, anche grazie alle tasse dei cadorini. Trovo invece assai più corretto chiedere un contributo al turista di rapina che usa il nostro territorio per poche ore, lasciandoci solo rifiuti e traffico, non arricchendolo ma solo sfruttandolo”.
“Ho già contattato i miei operatori dell’ospitalità e i ristoratori – spiega De Carlo – e sono d’accordo a mantenere questa stessa linea. Posso assicurare ad Ascom, alla cui lettera risponderò quanto prima, che dal Comune di Calalzo non sarà dato il via libera ad alcuna tassa di soggiorno, ma anzi, è mia ferma intenzione di agevolarli per quanto possibile nella loro attività ben comprendendo cosa significa la concorrenza sleale del Friuli e dell’Alto Adige”.
Nella stessa direzione si sta muovendo la Comunità montana Centro Cadore, di cui De Carlo è assessore all’Agricoltura ed Ambiente: “Stiamo studiando un nuovo Regolamento per la raccolta dei funghi nel quale, accanto alla gratuità assoluta per i residenti, ci sia una differenziazione di costi per i permessi richiesti dai turisti ‘stanziali’ che risiedono in alberghi, strutture del territorio o case private, e coloro che vengono in Cadore di prima mattina, riempiono la macchina di ceste e prima che batta mezzogiorno hanno magari già rivenduto chili e chili dei nostri funghi ai ristoranti del Veneziano o del Trevigiano”.