“La politica dei fatti oggi è l’unica arma che abbiamo per combattere la malavita, in tutti i settori, ribadendo a gran voce che criminalità ed illegalità non devono trovare spazio nelle nostre realtà territoriali, siano esse di grande o piccola dimensione”. E’ il commento del sindaco di Calalzo Luca De Carlo dopo la sua nomina nel direttivo di “Avviso pubblico”, rete nazionale di 170 amministrazioni nata nel 1996 per promuovere azioni di prevenzione e contrasto alle infiltrazioni mafiose nei governi degli Enti locali. Calalzo aderisce da diversi anni all’associazione, e venerdì 19 novembre a Firenze il Consiglio ha votato l’ingresso del primo cittadino nel direttivo nazionale, unico rappresentante dei 20 comuni del Veneto (4 i bellunesi) aderenti. Da qualche giorno inoltre il Comune di Calalzo è entrato nella Rete dei Comuni Solidali cui aderiscono in Italia 266 municipi (circa 4 milioni e mezzo di cittadini) impegnati nel creare partecipazione pubblica nelle scelte amministrative. “Questo è tanto più significativo – spiega De Carlo – perché a Calalzo ospitiamo Avviso Pubblico nella Colonia Alpina che il Comune di Padova, proprietario della struttura, ha concesso in comodato gratuito per 15 anni, chiedendo all’associazione di utilizzare questo edificio per dare vita ad un centro di promozione e di formazione permanente sul tema della legalità democratica. E questo faremo, in collaborazione con l’Associazione Calantina di Piazzola sul Brenta, riempiendo la struttura di contenuti e facendola diventare punto di riferimento per iniziative che combattano la criminalità a tutti i livelli”. “Le amministrazioni – prosegue De Carlo – hanno il dovere di informare ed educare la cittadinanza al rispetto della legalità, che si parli di mafia o malavita o semplici comportamenti al di fuori delle regole. Il fatto che Calalzo sia entrata nel direttivo di Avviso Pubblico e nella rete dei Comuni Solidali è per questo un onore e un impegno: penso infatti che il principio di solidarietà sia un passaggio decisivo per aiutare le popolazioni svantaggiate nel loro contesto sociale, con l’attenzione che i primi non diventino ultimi”.