E' tempo di bilanci per l'associazione “Noi per loro”, che riunisce le famiglie delle persone con disabilità che frequentano il Centro diurno di Pieve (ex Ceod, centro educativo occupazionale diurno). «Siamo molto soddisfatti – spiega Ranieri Pomarè, presidente dell'associazione – per come è partito e sta proseguendo il progetto Officina creativa».
Una dozzina dei ragazzi, spiega, si stanno impegnando, affiancati dagli assistenti sociali e dal personale Usl, nel lavoro quotidiano di imbustamento di posate in acciaio lavate. Sono stati dotati di posate, buste e tovaglioli, di una lavastoviglie industriale, e del materiale per garantire l'igiene. «Questa è una delle realizzazioni del laboratorio Officina creativa, attivo dalla scorsa estate, per tutte le giornate di lunedì e giovedì e il martedì mattina. Ma abbiamo anche un secondo progetto – prosegue Pomarè - partito sempre in estate, che riguarda l'orto didattico, particolarmente utile perché fa comprendere la fatica del lavoro quotidiano della terra, ma anche il gusto per le cose genuine, ottenute proprio con il sacrificio. Sottolineo a questo proposito – dice Ranieri Pomarè - l'impegno del Comune di Calalzo, con in prima fila il sindaco Luca De Carlo, della Usl n. 1, del gruppo Natura e sport, della onlus Samarcanda, del consorzio Pro Loco Centro Cadore ed anche dell'associazione che presiedo. Alla regia di tutti questi soggetti ci sono comunque la dirigente dell'unità operativa disabilità adulta, Rossella Di Marzo, ed il coordinatore Eugenio Di Michiel, che ringrazio tantissimo». L'inizio del nuovo anno è anche l'occasione per ricordare le iniziative del 2012 con l'obiettivo di raccogliere fondi per le necessità del Centro. «A giugno si è svolta una giornata di preghiera, al palazzetto di S. Stefano di Cadore; a luglio, per i 35 anni del Coro di S. Vito, abbiamo organizzato un concerto, con la partecipazione anche del coro Cortina e del coro Peralba di Campolongo di Cadore, nella chiesa della Madonna della Difesa a Cortina; il 18 dicembre è stato inaugurato un nuovo locale presso il centro diurno, che ospiterà altre persone disabili del territorio, bisognose di aiuto e sostegno, molte delle quali, vivendo da sole e lontano dalla vita sociale, si sentono emarginati» . E ora? «Adesso ci piacerebbe che, oltre alle attività tradizionali, come corsi di nuoto, karate, il soggiorno marino, i lavori all'interno della struttura con la realizzazione di piccoli oggetti da vendere in un mercatino, si potesse riattivare un corso di teatro. Richiederebbe un investimento di oltre 5.000 euro, speriamo di riuscire a trovare qualche cuore buono che ci dia una mano». Stefano Vietina ©RIPRODUZIONE RISERVATA