“Questo turismo ‘predatorio’ alle nostre Dolomiti non serve, ci lascia solo i rifiuti del giorno dopo. Credo sia finalmente ora di interrogarci su che turismo vogliamo per il Cadore, e se non sia giusto elaborare un sistema affinché i visitatori mordi-e-fuggi contribuiscano anche economicamente al miglioramento dell’ambiente e delle strutture di cui oggi approfittano senza dare nulla in cambio”. Una provocazione, quella del sindaco di Calalzo Luca De Carlo, che arriva alla vigilia dell’ennesima giornata da incubo sulle strade bellunesi e cadorine, con previsioni di code chilometriche provocate dai turisti settimanali ma anche e soprattutto da quelli giornalieri. “Questi ultimi – dice De Carlo – arrivano al mattino e si fermano fino a sera approfittando dei nostri punti fuoco e delle aree picnic, trovando tutto gratis e lasciando al territorio solo i loro rifiuti al momento di andarsene. A chi solleva l’eccezione che in un momento di crisi una tassa di scopo non serve, rispondo che non abbiamo bisogno nemmeno di un turismo senza benefici, di cui non si sente la differenza in termini di redditività per gli operatori di montagna e di rispetto per l’ambiente”.
“Dobbiamo domandarci – spiega De Carlo – in che turismo crediamo per il Cadore, e se accettare ancora un mordi-e-fuggi che intasa la viabilità montana e non ha ricadute positive sul territorio. E’ più che mai attuale il raffronto con i visitatori delle spiagge venete: spendono decine di euro per ombrelloni e lettini, pagano i parcheggi e i bar... Dalla montagna invece si pretende che tutto sia gratuito, dalle strade ai sentieri ai punti fuoco alle aree picnic, e si richiede anche di trovarle pulite da rifiuti ed erbacce. Ecco, in quest’ottica credo non sia più impensabile l’idea che i turisti domenicali corrispondano ai Comuni, con modalità da studiare in ottica comprensoriale, una tassa di scopo per l’uso ad esempio dei punti fuoco pubblici. Potrebbe essere un ticket di pochi euro, gratuito per chi soggiorna negli alberghi e per i residenti, ma indispensabile ai municipi per arricchire ogni anno le aree da picnic di strutture nuove e moderne per famiglie con bambini”.
A Calalzo, ad esempio, i punti fuoco sono già una decina e sempre ambitissimi dai turisti giornalieri: “tassandoli” anche di 5-10 euro per i tre mesi estivi (ad esempio da metà giugno a metà settembre), si potrebbero introitare i fondi necessari alla pulizia delle aree o all’incremento dei servizi in loco. “Credo che per chi viene in montagna una giornata portandosi tutto da casa – aggiunge il sindaco calaltino – non sia impensabile pagare 5 o 10 euro per un punto fuoco cui possono afferire anche 8 persone. Piuttosto che proseguire con un turismo senza benefici, è più proficuo reperire anche attraverso una tassa di scopo le risorse per abbellire e migliorare l’ambiente e i servizi, che il turista troverà ogni anno puliti ed incrementati grazie ai fondi vincolati del ticket che ci lascia per l’uso delle strutture da picnic”.
“E’ la mentalità del tutto gratis che dobbiamo cambiare – conclude De Carlo -, una mentalità che vige solo in montagna visto che il fruitore delle spiagge è ben disposto a pagare profumatamente per i servizi che riceve. E allora oggi lancio l’appello ai sindaci, alle Comunità Montane, alle Pro loco e alla Provincia: troviamo assieme la modalità, anche a livello comprensoriale, che premi chi lascia risorse sul territorio e tassi chi ne fa un luogo di rapina. A questo dobbiamo arrivare, per dare al Cadore e alla montagna bellunese un ruolo che non sia quello di considerare le cime solo come il giardino della pianura, da godere di giorno lasciandovi rifiuti e traffico”.