Per quelli che hanno consumato le proprie estati facendo su e giù dal soppalco di Via della Scrofa o nelle stanze dei palazzi istituzionali, telefonando a chi già da settimane se ne stava al fresco sotto un ombrellone.
Per quelli che non hanno mai mollato, anche nel fango, quando la pioggia non ci dava tregua per giorni.
Per quelli che erano sempre presenti quando c’era da montare la festa, sotto il sole. O quando c’era da rimontarla di nuovo, distrutta da un temporale notturno.
Per gli impertinenti che non hanno avuto paura di alzarsi in piedi per una domanda scomoda, anche se ad ascoltarla era il Presidente del Consiglio.
Per chi ha vissuto sulla propria pelle il brivido della storia che cambia, quando sotto un tendone al riparo dalla pioggia Nietzsche e Marx, finalmente, si sono dati la mano.
Per i curiosi che non si sono persi neanche uno dei dibattiti in programma, senza bisogno di essere “consigliati” dai ragazzi dello staff.
Per quelli che hanno riso, e pensato, quando uno scherzo ben riuscito ha strappato il velo dell’ipocrisia sulla politica italiana.
Per gli sregolati che sono andati sempre a dormire per ultimi, quando la festa diventava un vicolo stretto di vino e canzoni da cantare a squarciagola.
Per chi pianse quella notte nel ricordo di Lucio Battisti, appena scomparso. Giusto in tempo per non morire mai più.
Per i nostalgici degli anni di porfido, dei vecchi amici, di quando… eri bella. E il cuore batteva, batteva forte di notte.
Ma anche per i nostalgici dei cazzotti di Bud Spencer, delle vacanze di Jerry Calà, dei goal di Paolo Rossi, e degli anni migliori della nostra infanzia.
Per quelli che aspettavano ore fuori ai cancelli, pur di essere in prima fila, a pochi metri da Max Pezzali, Irene Grandi, gli Zero Assoluto, Max Gazzè, Edoardo Bennato, Mario Biondi, eccetera, eccetera.
Per tutti quelli che c’erano nel settembre del 1998 e per quelli che ci saranno nel settembre del 2014, Atreju c’è. Perché a destra d’Italia una comunità, ancora, c’è.
E allora non lasciatevi distrarre dalle analisi dotte, dalle riflessioni acute. Non lasciatevi fermare da un presente incerto e lacero.
Non ci interessa dove vi hanno eletto, per chi votate, o che maglietta indossate. Atreju rimane casa vostra. Perché Atreju siete voi.
E tanto basta perché siate presenti a Roma dall’11 al 15 settembre.
Ma soprattutto, perché è più facile dominare chi non crede in niente