mercoledì 20 febbraio 2013

LA SORELLA DI NORMA COSSETTO CI SCRIVE.... ECCO LA SUA LETTERA

Pubblico qui la lettera che ci ha spedito la signora Licia Cossetto, sorella di Norma, la studentessa trucidata dai titini e infoibata nell'ottobre del 1943. Stasera le sarà ufficialmente intitolata la sala consiliare del nostro Municipio. Vi invito a partecipare alla cerimonia con il prof. Guido Rumici, con inizio alle ore 20.30. 
Gentile Sindaco di Calalzo,
Signori Assessori e Consiglieri comunali,
Al centro, la signora Licia Cossetto, sorella di Norma
anche a nome della mia famiglia e di tutto il mondo Esule, desidero esprimere un ringraziamento assai sentito ed affettuoso al Comune di Calalzo ed alla nobile terra del Cadore, dove sono particolarmente vivi gli esempi di alto e generoso patriottismo, per la decisione di intitolare la sala consiliare al nome di Norma Cossetto, Martire istriana del 1943, cui il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi volle conferire “motu proprio” la Medaglia d’Oro al merito civile per l’eroico comportamento con cui, prigioniera dei partigiani, seppe rifiutare le loro profferte di collaborazione, immolandosi per non venir meno alla sua fede nell’Italia e nei valori di giustizia civile della millenaria civiltà latina e veneta.
Norma, dopo allucinanti angherie, ebbe un destino agghiacciante nelle profondità della foiba di Villa Surani, seguito da quello di papà Giuseppe, che era andato in sua ricerca e che venne proditoriamente ucciso da una pattuglia di assassini. All’epoca, lei aveva solo 23 anni e stava preparando la tesi di laurea sull’Istria, che avrebbe dovuto discutere presso l’Università di Padova: era aperta, leale, spontanea, ed insegnava nella scuola media di Parenzo, in sostituzione di docenti richiamati al fronte. Sei anni più tardi, la nobiltà del suo sacrificio venne riconosciuta anche dal Senato accademico patavino, che decise di conferirle la laurea in lettere “ad honorem” (con un gesto confermato nel 2011 con la scopertura di una lapide in memoria di Norma, posta nell’atrio del Rettorato).

Divenuta simbolo riconosciuto del martirologio istriano, fiumano e dalmata e delle sue 16.500 Vittime, Norma è stata oggetto di specifico ricordo ad opera di una trentina di città italiane, nell’ambito di quello più ampio a tutti i Martiri delle Foibe, pervenuto a circa 500 intitolazioni toponomastiche. Oggi, la decisione di Calalzo merita un ringraziamento non formale, perché la dedica della sala consiliare, sede specifica delle deliberazioni da parte degli Organi volitivi del Comune, attesta la volontà di perpetuare la memoria di una grande tragedia storica con le attenzioni e la costanza dovute a chi seppe sacrificare la propria vita per ideali perenni.
Come sta scritto nell’occhiello del primo giornale fiumano dell’Esilio, la piccola ma gloriosa “Vedetta d’Italia” del 1950, “le idee non si strozzano: anzi, dal patibolo risorgono terribilmente feconde”. Ebbene, quelle di Norma e di tutti coloro che caddero con l’ultimo grido rivolto all’Italia, sono destinate a germogliare e a dare frutti copiosi, anche grazie alla sensibilità di chi, come l’Amministrazione comunale di Calalzo, ha saputo interpretare positivamente e concretamente un’attesa certamente diffusa.
La plumbea stagione delle Foibe e dell’Esodo, che diede luogo ad un vero e proprio genocidio, deve essere oggetto di un Ricordo non effimero, voluto dalla legge 30 marzo 2004 n. 92 che, nell’intento di elidere un silenzio troppo lungo, decise di celebrare il 10 febbraio di ogni anno, anniversario del trattato di pace, quale Giornata di meditazione e di commemorazione, in uno spirito di totale unità di pensiero e d’intenti: non a caso, quel provvedimento venne approvato con il 98 per cento dei voti parlamentari.
Il Ricordo di Norma possa essere, in questa ottica, arra di civile convergenza di tutti gli uomini di buona volontà attorno ai valori non negoziabili la cui difesa ne impose il tragico ma nobile sacrificio, ed attorno al glorioso vessillo della Patria per cui caddero Pier Fortunato Calvi e Nazario Sauro, bandiere antiche ma sempre attuali dell’italianità del Cadore e dell’Istria.
Grazie a tutti, viva l’Italia.
Licia Cossetto Tarantola
Sorella di Norma