giovedì 5 dicembre 2013

IUS SOLI, PROBLEMA SOLO DEMAGOGICO. PRIMA LA KYENGE PENSI A CITTADINI DI SERIE B IN ALTO ADIGE, PRIVI DI DIRITTO DI VOTO

“Il conferimento della cittadinanza italiana a bambini cui comunque non manca alcun diritto sociale, è un discorso di secondo piano rispetto ad altre esigenze primarie dei nostri cittadini italiani. Accade ad esempio che nel vicino Alto Adige per votare alle Amministrative servano 4 anni di residenza, anche per gli italiani. Ora, prima di imporre la cittadinanza a stranieri i cui genitori nemmeno l’hanno richiesta per sé, il Ministro all’Integrazione potrebbe concentrarsi, ad esempio, sul livellare queste disparità, che mettono in secondo piano gli italiani e che contrastano con l’articolo 3 della Costituzione”.
Il sindaco di Calalzo Luca De Carlo interviene dopo l’approvazione, avvenuta ieri sera in Giunta, di una delibera che chiede al Governo di attuare su tutto il suolo nazionale l’articolo 3 della Costituzione, cancellando la intollerabile discriminazione nei confronti dei cittadini italiani residenti da meno di 4 anni in Alto Adige, e di attivarsi per riconoscere la cittadinanza italiana agli stranieri al compimento dell’obbligo scolastico con una sburocratizzazione delle pratiche per i maggiorenni. “Questo – commenta De Carlo – senza la demagogia o l’ideologia che troppo spesso si impadronisce del dibattito sull’integrazione degli immigrati in Italia, scordando che le discriminazioni avvengono già a carico di alcuni cittadini in Alto Adige”.
“Fatto salvo che a nessun minore vengono fatte discriminazioni sociali di alcun tipo, perché in Italia è garantito nella salute e nella scuola, mi chiedo – dice il sindaco di Calalzo – perché si debba imporre la cittadinanza a un bambino quando i suoi stessi genitori non l’hanno voluta per sé; e perché, visto che a un ragazzo immigrato rispetto a un italiano manca solo il diritto di voto, non si possa proseguire con l’attuale legge fino al compimento della maggiore età, quando su richiesta potranno ottenere cittadinanza e suffragio qualora i genitori (residenti da 10 anni) non avessero già provveduto. Semmai si lavori per snellire le pratiche burocratiche, agevolando chi a 18 anni vuol diventare italiano senza dover sopportare mesi di trafila quando da lustri vive e studia nel nostro Paese. Ben più rilevante è invece la questione del voto in Alto Adige, cosa che va sanata al più presto. A parer mio, ancor prima di pensare ad includere in un diritto chi non ne sente i benefici, vanno livellate le disparità civiche tra italiani, che purtroppo in molti casi ancora sussistono”.