Dal Corriere delle Alpi di oggi. «Un posto per l’amico Andrea, qui in Comune, ci sarà sempre. Ovviamente da volontario, perché non abbiamo possibilità di assumere proprio nessuno». Luca De Carlo, sindaco di Calalzo, conferma la disponibilità ad accogliere il collega sospeso a Cortina e in esilio a San Vito di Cadore, Andrea Franceschi, come collaboratore: magari a fare il giardiniere o in qualche altro servizio municipale. Calalzo ricorre spesso ai lavoratori “socialmente utili”, quelli in mobilità, che non volendo restare con le mani in mano, accettano di svolgere gratuitamente qualche mansione pubblica. Franceschi, l’altra sera ad Antenna tre, ha accettato, qualora prima dell’estate non trovasse un lavoro. «Di Andrea sono molto amico, gli voglio un sacco di bene e nei giorni scorsi», racconta De Carlo, «gli ho detto che per liberarsi dal pensiero fisso del processo potrebbe trovare qualche distrazione nel lavoro; è stato a questo punto che gli ho detto di venire da noi, sarebbe accolto come in famiglia». Franceschi è nominalmente ancora sindaco, ma essendo stato sospeso dalla magistratura non percepisce alcun stipendio. Nello stesso tempo non può lavorare nell’albergo di famiglia, perché gli è fatto divieto di rientrare a Cortina. Anzi, al riguardo Franceschi puntualizza: «Voglio capire bene questo limite che cosa vuol dire. Se, per esempio, debbo recarmi a Dobbiaco, non potrò neppure transitare per Cortina e salire da Auronzo e Misurina?»Franceschi a Calalzo, in ogni caso, non porterebbe via il posto di lavoro a nessuno, neppure a chi è impegnato nelle attività socialmente utili. «Proprio ieri», confida il sindaco De Carlo, «mi sono fatto dare dal Centro per l’impiego altri nominativi, perché qui abbiamo bisogno di queste figure, in particolare per l’estate». Franceschi, comunque, è già alla ricerca di un’occupazione da cui ricavare un reddito. Ieri nel capoluogo ampezzano non si parlava che delle sue esternazioni televisive. Per quanto riguarda la frattura di Cortina, Franceschi la ammette. Non solo, ricorda che «esiste da tempo». Infatti, «una parte di Cortina ha uno stampo affarista, punta solo all’edificazione, a brigare; la maggioranza è invece genuina, caratterizzata dai valori profondi».«Io ho pensato di comportarmi come ho fatto, stoppando le speculazioni, pensando anche a quale Cortina vorrei lasciare mio figlio». Ma chi è la Cortina degli affari? «Probabilmente – è la risposta - è quella di chi mi chiede le dimissioni».
«Ma io ho le palle. E le ho messe sul tavolo. Io ho scelto sempre quello che ritenevo giusto. Tra il giusto ed il comodo, non ho mai scelto la comodità. E finita l’esperienza politico-amministrativa, mi dedicherò alle mie cose, con serenità. Non ho mai avuto la smania né della poltrona né della carriera. E gli errori fanno parte della vita». Poi sussurra: «Mi piacerebbe concludere, da sindaco, i progetti iniziati».