sabato 14 maggio 2011

PROFUGHI, IMPIEGARLI IN LAVORI UTILI ALLA COMUNITA’ OSPITANTE. SI TROVI SOLUZIONE MIGLIORE PER TUTTI, NON PEGGIORE PER UNO

“La solidarietà è un dovere di tutti, nei limiti del possibile. E come tutti, in questa situazione anche Calalzo farà la propria parte se ce ne sarà bisogno. L’emergenza però non si risolve sistemando 50 profughi in un comune solo, anche se questo è il modo più semplice, bensì pianificando soluzioni a basso impatto per tutti. Il mio paese, ad esempio nella recente alluvione, ha ben dimostrato la sua anima solidale, ma un sindaco ha il dovere di verificare le implicazioni che i profughi in arrivo avranno sui suoi cittadini proprio perché responsabile dell’Ordine pubblico. I rifugiati, dei quali non conosciamo la storia, rischierebbero di rimanere senza far nulla tutto il giorno: per questo la mia proposta è di adoperarli, dopo un primo periodo di inserimento, in lavori utili per il territorio che li ospiterà. So perfettamente che la normativa sui rifugiati vieterebbe di impiegarli in attività del genere, ma anche i Comuni, come loro, sono in emergenza: pertanto va studiata una deroga visto e considerato che il lavoro, primo valore identitario per le comunità ospitanti, potrebbe costituire per i profughi il primo veicolo di integrazione”.
Dal sindaco di Calalzo Luca De Carlo è arrivata questa proposta durante l’odierno incontro con la Provincia per la gestione dell’emergenza immigrati in arrivo nel Bellunese: “Una riunione di buonsenso: da parte mia sposo in pieno la linea della Regione e della Provincia, che stabiliscono un’accoglienza diffusa. Il dovere di essere solidali lo abbiamo tutti, e non solo i cittadini di Calalzo: le nostre radici cristiane ce lo suggeriscono, ma la responsabilità di garantire la sicurezza alla nostra gente ci impone anche di ospitarne quanti saremo in grado di gestirne. Rispetto alle mie dichiarazioni, ho avuto un riscontro positivo da moltissimi cittadini, e questo mi ha convinto di aver ben interpretato il pensiero della mia gente: 50 profughi e tutti a Calalzo erano oggettivamente un’assurdità. Da mesi stiamo bombardando la Libia e sapevamo che ci sarebbe stato il problema di dove sistemare gli immigrati sbarcati a Lampedusa: io martedì sono stato avvertito telefonicamente dal presidente Bottacin dell’arrivo di 50 profughi nel mio Comune, unico nel Bellunese a doversi accollare l’emergenza. Credo che in questo caso non sia in discussione l’istinto alla solidarietà o la volontà di accoglienza, che i calaltini hanno sempre dimostrato, bensì il buonsenso di non collocare 50 persone in un paese di 2000 anime. Se deve esserci una soluzione, sia la migliore per tutti e non solo la peggiore per uno: Calalzo, come ho sempre sostenuto, è disponibile a fare la propria parte in un’ottica di spartizione dell’emergenza su tutto il territorio provinciale”.
Questo il lancio ANSA dopo l'incontro di oggi pomeriggio con la Provincia per l'emergenza profughi nel Bellunese: IMMIGRAZIONE: VERTICE A BELLUNO, SARA' ACCOGLIENZA DIFFUSA
SINDACO CALALZO,SI PENSI A DEROGA PER IMPIEGARLI IN LAVORI UTILI
(ANSA) - BELLUNO, 12 MAG - Confermata la scelta dell'accoglienza diffusa in provincia di Belluno per i profughi nordafricani che arriveranno a breve. Come aveva annunciato già ieri, dando per primo in Veneto la disponibiltà all'accoglienza degli immigrati in arrivo dal Nordafrica, il presidente della Provincia bellunese Gianpaolo Bottacin ha coordinato oggi pomeriggio a Palazzo Piloni una doppia riunione (divisi i rappresentanti dell'alto e del basso Bellunese) per coordinare il piano sul territorio. I sindaci hanno condiviso la scelta di adottare la strategia dell'accoglienza diffusa. Ora si passerà alla verifica della disponibilità di alloggi, ma per il momento non si è ancora parlato di numeri. Alla riunione hanno partecipato tutti gli enti interessati, dai sindaci, alla Prefettura, dalle Ulss alle Comunità Montane, alle Diocesi. "Alla strada di un unico grande centro di accoglienza - ha detto Bottacin -, abbiamo preferito quella di una distribuzione sul territorio di chi arriverà sulle nostre montagne. Ho chiesto ai sindaci e agli enti di verificare le rispettive disponibilità, seguendo una sorta di classifica di preferenza: dapprima valutare quali siano le strutture pubbliche in grado di dare accoglienza, poi quelle private ad uso collettivo ed infine le realtà private familiari". I sindaci comunicheranno entro breve alla Provincia le caratteristiche degli alloggi scelti per i profughi, poi quali saranno le associazioni disponibili a garantire un servizio a queste persone: "non dobbiamo dimenticare - ha aggiunto Bittacin - che oltre ad un tetto queste persone hanno bisogno di cibo ed assistenza". Nel corso della riunione è giunta anche la proposta del sindaco di Calalzo, Luca De Carlo. "La solidarietà è un dovere di tutti, nei limiti del possibile. E come tutti, in questa situazione - ha detto - anche Calalzo farà la propria parte se ce ne sarà bisogno". I rifugiati, però - ha osservato il sindaco - "rischierebbero di rimanere senza far nulla tutto il giorno: per questo la proposta è di adoperarli, dopo un primo periodo di inserimento, in lavori utili per il territorio che li ospiterà". "So perfettamente - ha detto De Carlo - che la normativa sui rifugiati vieterebbe di impiegarli in attività del genere, ma anche i Comuni, come loro, sono in emergenza: pertanto va studiata una deroga visto e considerato che il lavoro, primo valore identitario per le comunità ospitanti, potrebbe costituire per i profughi il primo veicolo di integrazione". (ANSA)
Questo il servizio di Antenna3 Belluno di giovedì 12 maggio 2011: