Chi l’ha vista almeno una volta, nel silenzio di un bosco su cui ancora si raccontano leggende e si rievocano i lavacri di splendide ragazze celtiche, può ben eleggera a “Luogo del cuore”. Anche per questo Lagole e la sua polla sulfurea da cui si origina uno specchio d’acqua trasparente che porta il nome di “Laghetto delle tose”, sono l’immagine ideale per il Quinto Censimento indetto dal FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) per tutelare e “salvare” le località più suggestive o di valore del Paese. “I luoghi del cuore” quest’anno porta come logo il volto di Garibaldi e il motto “Lui l’ha unita, tu puoi salvarla”. Per votare c’è tempo ancora per poche settimane: il 30 settembre scadranno i termini per segnalare al portale www.iluoghidelcuore.it il proprio “bene” ambientale, storico o paesaggistico da tutelare, con la possibilità che il FAI ne finanzi la sistemazione e la promozione.
Perciò oggi il sindaco di Calalzo Luca De Carlo lancia un appello: “Chiedo di cliccare il sito www.iluoghidelcuore.it e di segnalare Lagole in massa. Voglio specificare che il nostro non è un bene da salvare, perché il laghetto delle Tose e in generale quell’area non sono compromessi o coperti di rifiuti, come altri segnalati al FAI dagli italiani. Ma proprio per questo, perché Lagole è da tutelare nell’integrità originaria pur nella disponibilità di residenti e turisti, chiedo di darci il voto e di diffondere questo appello ad amici e a persone che magari qui ci sono stati anche solo per un picnic. Dando voce alla bellezza di Lagole, ne assicuriamo il futuro e possiamo dichiarare di volerla intatta per generazioni così com’era 2500 anni fa, al tempo degli antichi veneti. Ciò che peraltro conta, in questo Censimento, è che da regolamento il FAI si impegna a intervenire sui beni che riceveranno il maggior numero di segnalazioni, sostenendo le azioni di recupero, tutela e valorizzazione promosse sul territorio. Peraltro per alcuni Luoghi del Cuore che avranno ricevuto il maggior numero di segnalazioni, saranno messi a disposizione contributi economici, com’è successo alcuni anni fa per lo storico convento delle suore di Vittorio Veneto”.